Come ogni forma di vita consacrata, abbiamo un “carisma” che ci è proprio, un modo particolare di essere dono nella Chiesa per Grazia dello Spirito Santo. Potremmo paragonare il carisma ad una carta di identità, contenente le caratteristiche peculiari che in qualche modo identificano una realtà di consacrazione e la sua missione nella Chiesa. Nella storia delle Cooperatrici Pastorali Diocesane queste caratteristiche sono state definite sin dall’inizio con il termine “pilastri”, ad indicare, proprio come accade per una struttura architettonica, la loro funzione basilare e portante per la nostra stessa vocazione.
Il primo pilastro è la consacrazione. In forme e modi diversi e unici, ogni Cooperatrice ha incrociato lo sguardo di Amore di Gesù Risorto, e ha sentito il desiderio di seguirlo per annunciarlo ai fratelli e alle sorelle che avrebbe incontrato. Questo dono pieno della propria vita al Signore e alla Chiesa si concretizza nelle tre promesse di povertà, castità e obbedienza, che vengono pronunciate nelle mani del Vescovo, nostro superiore e garante della nostra vocazione.
Il secondo pilastro è la pastoralità. Chi appartiene ad una comunità cristiana, facilmente può percepire fin dalla giovinezza, attraverso l’impegno assiduo e generoso all’interno di qualche associazione o semplicemente partecipando alla Messa, la bellezza di far parte di quel piccolo gregge che è la parrocchia, dove la presenza di Gesù buon pastore si manifesta con forza. A partire da questa intuizione, è nato e continua a nascere nel cuore di alcune giovani donne il desiderio di cooperare alla missione del Buon Pastore, non in alcuni momenti o per alcuni ambiti, ma con l’offerta di tutta la propria vita. Concretamente, questo significa una cooperazione a tempo pieno con i presbiteri e con i laici all’interno delle comunità cristiane.
Il terzo pilastro è la diocesanità. Come si è detto, pronunciamo le promesse di consacrazione nelle mani del Vescovo di Treviso. Ciò esprime il legame imprescindibile della Cooperatrice con la chiesa diocesana, per la quale promette di spendersi senza riserve. Infatti, lo stesso servizio pastorale all’interno delle singole comunità cristiane, manifesta la dedizione totale alla Chiesa locale, e così pure i numerosi servizi svolti a livello diocesano (ad esempio in Caritas, Centro missionario, ufficio catechistico, ma anche nella scuola, in carcere, nelle case di riposo, etc …).
Il quarto pilastro è quello della femminilità. Proprio perché rispondiamo alla chiamata del Signore a donare tutta la vita a Lui e alla Chiesa, questa volontà e questo impegno si realizzano offrendo quanto di più prezioso ci è stato conferito, la nostra persona, con il nostro corpo e il nostro cuore di donna. Con Maria Maddalena, ci riconosciamo inviate dal Risorto a portare a tutti l’annuncio della salvezza e ci poniamo alla scuola di quelle prime donne, che si fecero discepole del Maestro e si presero cura di Lui e della comunità raccolta intorno a Lui, per promuoverne la comunione e la crescita, le relazioni e il dialogo, accogliendo e sostenendo la vita.